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Santa Caterina

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Una chiesa intitolata a S. Caterina è attestata fin dagli inizi del ‘300 in due documenti editi nel Codice Diplomatico dei Saraceni di Lucera. In una lettera datata Tertiveri, 25 maggio 1314, il miles Giovanni Pipino da Barletta scrive a Pietro da Crotone, capitano della Città di S. Maria (l’ex Luceria Saracenorum), citando 11 chiese povere alle quali devolvere alcune case; in un atto di vendita del 24 agosto 1324, rogato in città, si parla di una proprietà “in parrochia Sancte Catherine”. Non si sa di preciso quando la chiesa non fu più parrocchia, ma già nel ‘400 sappiamo che fu costruito un monastero di benedettine celestine, che seguivano la riforma di papa Celestino V.


La chiesa presenta una facciata cuspidata con portale sei-settecentesco in pietra con cornice modanata, timpano spezzato e al centro un fastigio con al centro in rilievo una spada e una palma incrociati, simboli del martirio di S. Caterina vergine e martire di Alessandria d’Egitto (III-IV d. C.). Il portale è sovrastato da un finestrone con arco ribassato e la facciata termina in alto con un timpano triangolare con oculo centrale.
Fu restaurata a spese dei fedeli e riaperta al culto nel dicembre 1993 grazie allo zelo della signorina Rosa Lamparelli, terziaria francescana, morta in fama di santità il 16 giugno 2000.
L’interno della chiesa è a navata unica e presenta pregevoli altari laterali in marmo con conchiglioni nei fastigi. Di Giacomo Colombo è la statua di S. Benedetto (1720). Le pareti sono arricchite da quattro dipinti di scuola napoletana attribuiti a Francesco De Mura: S. Scolastica, S. Antonio da Padova, S. Lorenzo e S. Pier Celestino.
Dietro l’altare maggiore si ammira una grande pala del Rossi, discepolo del Solimena: l’Assunta. L’attiguo convento, risalente alla prima metà del 1300, fu ridotto a clausura agli inizi del XVI secolo e, incapace di contenere le crescenti vocazioni e le annesse opere di carità e di apostolato, fu notevolmente ampliato nel corso del secolo XVIII con la realizzazione di un nuovo edificio.

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