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L’Anfiteatro

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Nell’abbraccio della storia che avvolge l’Italia meridionale, sorge maestoso l’Anfiteatro di Lucera, un monumento che risale al I secolo dell’Impero Romano, testimone silenzioso di un’epoca di splendore e di conquiste. Questa struttura, la più estesa tra gli anfiteatri romani del sud Italia, è un emblema dell’ingegneria e dell’architettura dell’antichità.

L’epigrafe dedicatoria, incisa sull’architrave di una delle porte di accesso alla cavea, narra la storia della sua costruzione: fu il tribuno Marco Vecilio Campo a volere e a finanziare l’opera, erigendola sul suo terreno in onore dell’imperatore Ottaviano, che il Senato di Roma aveva appena insignito del titolo di Augusto nel 27 a.C. Questo gesto era anche un omaggio alla fedele colonia romana di Lucera, un’antica e opulenta roccaforte militare, che sotto Augusto aveva goduto di numerosi privilegi e di un’ampia autonomia, tanto da essere menzionata nel suo testamento come una delle ventotto colonie meritevoli di attenzione.

Con la sua forma ellittica perfetta, dimensioni di 130 x 100 metri, l’anfiteatro fu pensato come luogo di svago e di intrattenimento per la popolazione: qui si svolgevano spettacoli ginnici, duelli tra gladiatori, cacce alle fiere, esecuzioni capitali e, si suppone, anche naumachie, ovvero rappresentazioni di battaglie navali. Tuttavia, con l’avvento del Cristianesimo e l’abolizione degli spettacoli cruenti, l’anfiteatro perse la sua funzione originaria e cadde in disuso.

Nel 663, le truppe di Costante II devastarono l’edificio, che nei secoli successivi fu utilizzato come cava di pietre per la costruzione di altri edifici, tra cui il Palazzo Imperiale di Federico II nel 1233. Coperto da materiali di riporto, il sito servì per secoli come cava per la costruzione della città, terreno agricolo e pascolo, finché non fu riportato alla luce grazie a tre campagne di scavi condotte dal 1932 al 1945.

Tra gli elementi artistici più significativi dell’edificio, spiccano i due portali ricostruiti agli sbocchi dei corridoi principali, decorati con fregi, motivi floreali e simboli che evocano la grandezza dell’Impero Romano. L’arena, vasta e imponente, si trova a nove metri sotto il livello del suolo, delimitata da un canale per il deflusso delle acque, e comprende il complesso dei carceres, caverne dove venivano raccolte le fiere prima degli spettacoli. A destra dell’ingresso nord-nord-ovest, si possono ammirare i resti delle celle gladiatorie, scoperte nel 1966 dalla Soprintendenza alle Antichità. Adiacenti all’anfiteatro, i resti degli spoliaria, strutture che includevano palestre, infermerie e altri edifici pubblici dove i gladiatori feriti ricevevano cure, e un piccolo cimitero per i gladiatori deceduti completano il quadro di questo sito storico12.

L’Anfiteatro di Lucera, con la sua storia millenaria, continua a essere un luogo di fascino e di mistero, un ponte tra il passato glorioso di Roma e il presente, testimoniando la grandezza di un impero che ha segnato indelebilmente la storia dell’umanità.

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